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23 Luglio 2024Molti di voi avranno sentito parlare del recente caso che ha coinvolto la signora Maria Rosaria Boccia e il ministro Sangiuliano, vicenda che ha acceso i riflettori sull’uso degli smart glasses, strumenti tecnologici sempre più diffusi ma anche controversi. Per chi non conosce i fatti, la questione riguarda presunte registrazioni effettuate con occhiali dotati di telecamera in ambienti ministeriali da parte della Boccia, assistente parlamentare del ministro. Come è plausibile immaginare, questa vicenda, per le persone e i luoghi coinvolti, ha sollevato numerosi interrogativi su privacy e sicurezza.
Per fare chiarezza sull’uso degli smart glasses, capire cosa sono esattamente, come funzionano e, soprattutto, come vanno utilizzati in ambito investigativo, approfondiamo di seguito la questione.
Come funzionano gli smart glasses?
Gli smart glasses sono occhiali tecnologici dotati di funzionalitĂ avanzate come fotocamere integrate, microfoni e connessione a internet. Questi dispositivi permettono di registrare video, scattare foto e trasmettere contenuti in tempo reale, tutto senza che chi li indossa debba maneggiare smartphone o altri dispositivi esterni. Sul mercato esistono numerosi modelli, alcuni molto famosi come i Ray-Ban Stories (utilizzati dalla Boccia per effettuare le registrazioni). Questi strumenti permettono di acquisire immagini con un semplice tocco o comando vocale.
Pur essendo abbastanza discreti, perlomeno nel design, le caratteristiche degli smart glasses hanno sollevato dubbi etici, soprattutto in contesti in cui la registrazione non è esplicitamente autorizzata.
Il caso Sangiuliano-Boccia e la polemica sugli smart glasses
Il caso di Maria Rosaria Boccia e del ministro Sangiuliano ha fatto scalpore non solo per le persone coinvolte direttamente nella vicenda ma anche per quanto è emerso: la donna, infatti, avrebbe utilizzato smart glasses Ray-Ban Stories per registrare conversazioni private all’interno di ambienti ministeriali.
La notizia ha quindi scatenato polemiche sulla possibilità di violazioni della privacy, soprattutto perché questi occhiali sono in grado di registrare audio e video senza essere facilmente individuati, mettendo così in pericolo i dati personali e l’identità delle persone registrate, non solo per la discrezione con cui le riprese possono avvenire, ma anche per il trattamento e la gestione delle informazioni reperite.
Cosa dice il Garante della Privacy riguardo all’uso degli smart glasses
Il Garante della Privacy italiano è intervenuto chiaramente sulla questione dell’uso degli smart glasses. Già nel 2021, il Garante italiano aveva chiesto informazioni all’Autorità Garante irlandese sugli smart glasses dotati della funzionalità “Facebook View”, chiedendo che Facebook rispondesse a una serie di domande prima della commercializzazione dei suoi occhiali sul mercato italiano.
In base alla normativa attuale, l’utilizzo di dispositivi in grado di registrare immagini e suoni deve rispettare il diritto alla riservatezza delle persone riprese. Questo significa che, salvo esplicito consenso, non è possibile filmare o fotografare individui senza il loro permesso, soprattutto in contesti in cui potrebbero emergere dati sensibili.
Nel caso specifico degli smart glasses, il Garante ha sottolineato la necessità di trasparenza nell’uso di questi dispositivi: ciò significa che le persone devono essere chiaramente informate di quando e come vengono effettuate le registrazioni. L’accesso ai dati registrati dagli smart glasses, inoltre, deve essere sicuro e limitato. In caso di violazioni, sono previste pesanti sanzioni.
L’uso degli smart glasses nelle investigazioni private
In ambito investigativo, l’uso degli smart glasses rappresenta una nuova frontiera per gli investigatori privati: gli occhiali intelligenti, infatti, possono essere utilizzati per raccogliere prove in modo discreto, sostituendo o affiancando videocamere e fotocamere tradizionali. Tuttavia, anche in questo caso, l’utilizzo deve essere conforme alle leggi sulla privacy.
In particolare, un investigatore privato può usare gli smart glasses per documentare situazioni di interesse, ma deve prestare attenzione a non violare i diritti di terzi.
Questo significa che un detective privato deve sempre:
- evitare di riprendere persone estranee all’indagine;
- oscurare volti e targhe automobilistiche;
- evitare di registrare conversazioni di soggetti non coinvolti direttamente.
In pratica, l’uso degli smart glasses deve essere regolato dalle stesse norme valide per qualsiasi dispositivo di registrazione.
Smart glasses: affidati a chi li usa in modo legale e sicuro
Gli smart glasses rappresentano un’evoluzione affascinante e utile nel campo tecnologico e investigativo, ma il loro utilizzo deve sempre rispettare la privacy degli individui coinvolti. D’altronde, il caso Sangiuliano-Boccia ha evidenziato quanto sia delicato l’uso di tali dispositivi in contesti istituzionali e privati.
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